
Roma, 3 aprile 1585
Med. 5092, n° 34 (c. 79rv), firma autografa
//c.79r//
Il signor Pier Francesco de Nobili se ne parte hoggi per Bologna per il servitio comandatoli da Nostro Signore. Porta un breve per Vostra Altezza, nella quale pare che consista il fondamento principale delle speranze loro, et dalla Romagna dovranno venirli le genti per procedere con esso come costì harà concertato con lei. Dicemi non portare ordine appresso di sé per la demolitione di Castiglione o altro luogo, ma che glielo inviaranno dopo l’avviso dell’arrivo suo volendosi, che apparisca procedere da qualche successo, come egli più estesamente dovrà dire a Vostra Altezza. Alla quale posso io soggiugnere, che in conformità mi ha detto il signor Jacopo [1], et che dubitandosi, che il duca di Ferrara [2], non avvertito, si intrigasse in questi moti più che non vorrebbono, par che si risolveranno (anco per mio ricordo), d’avvertirlo et esortarlo a non ci si mescolare per non ridursi a volernelo levare poi quando egli intrigatosi forse più del dovere, stimasse non potersene ritirare con suo honore.
Il signor Paolo [3] si trova in gran confusione, nella quale si è posto da se stesso mentre che troppo confidando nella sua pretensione et troppo importunatamente domandando iustitia, et dolendosi che gli fusse differita Sua Santità si pose su la via ordinaria, dalla quale non si è potuta persuadere fino a hora di levare la causa, et il cardinale di Cesi [4], al quale ha fatto ricorso, dopo haverne trattato con questa medesima mira, et ottenuta la medesima repulsa da Sua Santità, gli ha risposto conforme a quel che //c. 79v// Vostra Altezza dovrà intendere dalle lettere sue alle quali io mi rimetto et non havendo altro che dirle gli bacio la mano.
Di Roma li iij di aprile M.D.LXXXV.