Il cardinale [Pietro Donato] Cesi al granduca Francesco I [1]
Roma, 17 agosto 1585
Med. 5092, n° 71 (c. 176r), firma autografa
Allegata al n° 68 (cc. 171r-172v)
//c. 176r// Ser.mo sig.r mio colendissimo
monsignor Illustrissimo mio de Medici mi ha parlato a longo, et mj ha mostrato quanto scrive a Vostra Altezza, circa il signor Paolo Giordano [1] et io che so l’humore dell’homo, et che ho inteso li disegni et le pratiche che se gli fanno adosso, alle quali secondoa ho inteso detto signor Paolo dà orechie, condescendo nel parere di Sua Signoria Illustrissima, acciò al signor Virginio [2] per le chimere d’altri non succeda qualche danno notabile, et qualche intrico de litj et de inimicitie, come prevedo che gli succederà, si non se gli provede. Anzi dico di più, che si non si ci provede in tempo di questo pontificato, sudetto credo che facilmente succedesse in altro tempo et questo è il mio parere. Però Vostra Altezza è, prudentissima, et saperà risolver molto meglio di me quello serrà più a proposito per suo nepote, et però mi rimetto alla risolutione che più piacerà di far a Vostra Altezza, alla quale humilmente baso le mani et prego Dio Benedetto gli conceda longa et felice vita.
Di Roma li 17 d’Agosto 1585.
Di Vostra Altezza obligatissimo et devotissimo servitore
Il cardinale Cesi.