Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze [1]
Roma, 3 maggio 1586
Med. 5092, n° 123 (c. 328r), firma autografa
//c. 328r//
Hieri scrissi a Vostra Altezza quel che mi accadeva con due lettere mie, che doveranno esserle comparse in un medesimo tempo. Con questa m’occorre soggiugnerle, cosa, che se succederà, come in questo punto mi viene affermata, mi saria carissima, et è che Nostro Signore voglia dare la chiesa di Pesaro a monsignor de Rossi [1] il quale contrario sempre in tutte le cose nostre, molto volentieri vedrò fuor di Ruota, come più volte ho detto a Sua Santità. Domattina me ne chiarirò, ch’a posta voglio andare a Palazo, per aiutare se nulla vi mancasse. Intanto havendomi detto questi dì passati il Gerino [2] che haveva fermato con Sua Beatitudine il primo luogo vacante della Ruota per vassalli di Vostra Altezza ho voluto pregarla, che se non voglia o non possa per qualsi voglia respetto nominare solo monsignor Giusti [3] per amor mio, almeno sia servita di nominarlo con gl’altri, sì che Sua Santità conosca ancor lui per servitore et suggetto suo, che certo a me ne farà molta gratia. Nel qual proposito anco non lassarò di dirle, che non saria forse se non bene, attesa la natura di questi tempi, che qua fusse l’ordine suo pronto, per non dare tempo con la dilatione a qualche mutatione, che lo facesse poi desiderato in vano. Et con questo le bacio la mano.
Di Roma li iij di maggio M.D.LXXXVJ.