Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze [1]
Roma, 30 giugno 1586
Med. 5092, n° 129 (c. 347r), firma autografa
//c. 347r//
Al signor don Pietro [1] scrivo quel che mi viene di Spagna sopra le pratiche del suo casamento, con ordine di communicarlo, come dovrà fare con Vostra Altezza, alla quale perciò non lo replico con questa. Che la fo solo per dirle, come havendo le galeotte turchesche in questa spiaggia fatto buona raccolta di mietitori, Sua Santità se n’è commossa molto, et venuta in molto desiderio, che Vostra Altezza faccia uscire le sue galere in busca loro per farne preda, come seguì li dì passati, et m’ha commesso che io la ne preghi con ogni efficacia in suo nome, con la quale occasione havendoli detto, che questi suoi successi mostrano, che Sua Santità dovria rivolgere li forzati tutti dove per suo servitio si espongono a pericolo, ella ha parlato in modo, che puossi credere, che li darà tutti a Vostra Altezza, alla quale se hora parerà di mandare a cercare quell’isole, o fare altra prova, posso assicurarle, che sarà carissima et desideratissima et le bacio la mano.
Di Roma li xxx di giugno 1586.
Le galeotte sono tre, una di 22 banchi, l’altra di xviij et l’altra minore, et alle saline, et in bocca di fiume hanno fatto buona preda.