[Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I] [1]
Roma, 8 agosto 1587
Med. 5092, n° 212 (c. 534r), firma autografa
//c. 534r//
Hieri scrissi quanto accadeva, et della nuova promotione particolarmente, sopra la quale non ho che dire altro, se non che il papa m’ha fatto mostrare da San Galletto [1], che haria caro che io facessi con lui qualche dimostratione, come ho fatto con altri, dicendo che non sarà punto meno bene allogata, anzi forse molto meglio, che molte altre, ond’io penso di sodisfare a Sua Santità, poiché vedo che tanto lo stima, et ha caro che sia honorato, et so che anco Caraffa [2] suo promotore n’harà molto gusto. O vogliono fare, o si persuadono potere fare gran cose con esso, ma il modo non si vede, et intanto il Drago ritornato, dico con una delle navi grosse, et dieci altre sbrancate, che importano più di due milioni, sarà intorno a casa per dare da pensare a chi volesse moversi.
Habbiamo questa sera Guastavillano [3] più fra morti che fra li vivi, con mio gran dolore, perdendo un amico di molta importanza per ogni effetto, et contra Farnese [4] ancora, havendo seguito delle creature di Gregorio [5], che si dispergeranno, talché se mancasse il papa, io stimarei le cose più che mai pericolose, poiché egli si è voltato a presentare, et lo fa largamente con chi accetta. Gran fortuna ha che li leva gl’ostaculi tutti. Et sendo quanto mi accade, le bacio la mano.
Di Roma li viij di agosto M.D.LXXXVIJ.