Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze [1]
Roma, 14 agosto 1587
Med. 5092, n° 213 (c. 535rv), firma autografa
//c. 535r//
La risposta al cardinale San Marcello [1] non è venuta interamente inaspettata, poiché in quel tenore havevo mostrato doversi quasi presuporre per li stabilimenti della religione, et havendoli accennato anco il rimedio dell’erettione di commende, lassaremo del resto la cura a loro.
Del decreto consistoriale sopra la pragmatica di Spagna non sento mutato altro, ma la promotione seguita poi, ha potuto mostrare che fusse più per sostenere la dignità di questa Sede, et del Collegio manomessi con essa, che per odio contra la persona del Re, et qua più non se ne parla, ma si attende quel che farà Sua Maestà. Io come feci la parte che scrissi a Vostra Altezza così dovunche mi si porgerà di trattar del suo servitio con li ministri suoi o con altri, non lassarò di mostrare la volontà che professo conforme a la che li dovemo tutti.
Ho lettere de’ 20 di luglio dal Gianfigliazi [2] con avviso che il duca di Cardona [3] dava il consenso per la figliola [4] et della casa nel parentado con don Pietro [5], ma che la madre malvolentieri separandola da sé per tanta distanza, la vorria in Spagna per qualche tempo, et che il Duca per dote voleva dare certo suo credito liquidissimo, et speditissimo in Sicilia et che mandaria a capitolare per homo espresso; che l’havevano detto a Idiaquez [6], il quale gli certificava, che il Re lo sentiria bene, et che udirebbono, ma non concluderebbono senza Vostra Altezza, talché possiamo credere, che se il Duca non sarà stato lento come prima, siano molto innanzi con la pratica; Dio facciaa il meglio. Il nuovo //c. 535v// governatore di Città di Castello [7]b, che è familiare di Rusticuccio [8], desidera che quelli ministri vicini di Vostra Altezza sappiano di dovere havere buonissima correspondenza con esso, et ogni sodisfattione dalla sua parte. Et però m’ha pregato di farne questa offerta a Vostra Altezza con pregarla di haverlo per suo servitore, et comandare che sia conosciuto per tale. Il che presuponendo doverle piacere gl’è stato gradito da me, et ho voluto significargliene con questa.
Il cardinale Guastavillano [9] non solo ancor vive, ma se bene debole, ha dormito hoggi quattro hore quiete, et preso buono et sustantiale nutrimento, et va innanzi con speranza.
Più d’un cardinale ha parlato co’l papa del Camarlingato per Montalto [10], et tutti ha escluso fuori che me, che parlandogliene ad instanza loro, ho riportato risposta da sperarne. Con che a Vostra Altezza bacio la mano.
Di Roma li xiiij di agosto 1587.