Il cardinal Ferdinando al principe Francesco [1]
Roma, 14 marzo 1569
Med. 5085, [già num. 42], cc. 66r-67r.
Io non ho dubitato mai che la mira d’Orsino sia la Badia di Farfa et che questa speranza lo tenga congiunto a chi può darla et con essa lo lusinga. Ma credo bene che all’occasione saria per compiacere anco a noi in qualche parte et son di parere che non fusse per ciò da non compiacerlo di qualche honesta domanda, onde conoscessi farsi stima di lui, perché troppo haremo da fare se vorremoa dichiararci nemici tutti quelli che per diversi respetti fussino per andar in Farnese et con danno nostro gli restringeremmo in tanto maggior amicitia et confidenza seco. Conviene che tiriamo al fine nostro con far cortesie et honore a ciascuno, col mostrar d’havere et volere tutti per amici, et astenersi da certe dimostrationi che qua offendono universalmente, perché così, senza altra dichiaratione dell’animo nostro et più tosto con offerirb promettere et valere al tempo. Non si lassarà già di far quell’opera che si giudicarà a proposito //c.66v.// con Orsino quando sarà qua et con quei fondamenti principalmente che Vostra Eccellenza prudentemente ricorda, ancorché il ritirarlo da quel particolare sia impresa molto difficile, se altro non si scuopra di nuovo.
Il cardinale Santa Croce ringratia Vostra Eccellenza della sua buona volontà, ch’io li ho mostrata con la risposta fattami nel particolare del desiderio suo. Il Seristoro scriverà a Vostra Eccellenza quanto habbiamo resoluto nel negotio del Consolato, ond’io non dirò altro se non che vi farò sempre tutti quelli offitii che siano per partorire cosa di sua sodisfattione.
Dicemi il vescovo de Grassi che Farnese havea mandato un suo da Nostro Signore a farli sapere che suo fratello si contentaria di rimetter il negotio delle lumiere in chi paresse alla Santità Sua, eccettuandone però il vescovo suddetto de Grassi, et che ella, accettando l’offerta et la poliza d’esso duca, haveva raccontato tutta l’ambasciata a detto vescovo, dicendoli volere che lui ne fusse cognitore in ogni modo, et che senza andar mai da loro aspettasse che a casa sua andassino a dirli quel che gl’occorresse. //c.67r.// Questa commissione non dovrà punto piacere a Farnese come l’intenderà et il vescovo desidera che serva solo per nostra notitia.
Io stetti a Palo quattro giorni et ho sentito molta recreatione di quel poco d’esercitio, se bene il mal tempo me lo turbò assai. Dopo il mio ritorno, sendo hiersera venuto da me il Ciregiola il quale, per le bastonate date a quel mio sottoguardaroba havevo tenuto in un poco di contumacia, fu nell’andarsene a casa assaltato da lui con alcuni altri con sassi bastoni et arme, dal quale assalto bravamente si saria difeso, se uno di loro dalla parte di dietro non gl’havessi dato un colpo su la testa di non poca importanza. Il caso m’è parso bruttissimo et di già ho fatto metter prigioni due de miei palafrenieri, i quali ho inteso havervi parte, per farne far severa dimostratione se si trovaranno colpevoli. Che è quanto per hora m’occorre, et a Vostra Eccellenza bacio la mano.
Di Roma li 14 di marzo 1569.
a Segue se vorremo ripetuto e sottolineato.
b Nel testo offerirsi con –si cassato.