Il cardinal Ferdinando al principe Francesco [1]
Roma, 22 aprile 1569
Med. 5085, [già num. 61], c. 108r-v.
A Scipione Tomacella mi sono offerto et farò ogni aiuto intorno al desiderio suo, richiedendo così da me i comandamenti di Vostra Eccellenza, oltra li rispetti che la mi ricorda con la sua communi a me ancora.
Della resolutione intorno al casolare del Marucello sono io contento, come debbo, d’ogni loro deliberatione et per conoscerla accompagnata dal commodo publico che al privato debbe preponersi sempre. A prete Matteo Vannuccini si farà ogn’aiuto pur che egli non disaiuti se stesso come fece quell’altro, che d’altro impedimento non ha da temersi, sperando che l’opera mia supplirà a tutt’il resto.
Col Serenissimo Arciduca non mancarò di mio debito, affinché conosca quantoa mi allegri et li resti tenuto io ancora del favor che ne fa con questa sua venuta. Sarà poi cura di Vostra Eccellenza renderli più certo testimonio della mia particolar devotione verso la sua serenissima casa et della prontezza che in me trovarà sempre in tutte le occasioni di suo servitio. Con che resto //c.108v.// pregando Vostra Eccellenza a baciare la mano all’Altezza della Signora sua consorte et tenermi in gratia di se stessa. Che Nostro Signore Dio gli doni quella prosperità ch’io desidero.
Di Roma li xxii di aprile 1569.
a Segue io barrato.