Il cardinal Ferdinando al duca Cosimo I [1]
Roma, 27 maggio 1569
Med. 5085, [già num. 80], c. 148r-v.
Ho veduto quanto fusse piaciuto a Vostra Eccellenza di rispondere al memoriale datole dal commendator Covo intorno alle cose mie et come in ogni resolutione sua trovo l’amor grande che la mi porta, così non posso non restare sodisfattissimo et debitore di ringratiarla sempre con le parole et con l’opere. Seguitarò la protetione de Bovii nel negotio del Quarantato, approvando Vostra Eccellenza come fa, et per l’Isolano (quando et l’età sua et l’occasione lo comporti) farò poi il medesimo con efficacia non punto minore.
Nel negotio del livello de Martelli passerò inanzi conforme al prudente consiglio di Vostra Eccellenza et nel altro del cavaliere Falcucci (sendo già seguito l’accordo) si cercarà di farlo confirmare. Né per il Cavalieri si tenterà cosa nuova come ella comanda.
Al Signor Principe scrissi quanto passava nel negotio de Fuccari, né muoverò altro senza nuovo ordine nel particolare loro, sendo sicuro di non poter giovare.
Le cose del cardinale di Monte passano assai quiete et sarà facile cosa che le vadino così maturando et che si venga poi a qualche privata corretione, come io dissi da principio, havendo forse potuto tanto et le repliche, et i preghi del collegio, che a Sua Santità paia di non havere fatto poco sin qui senza entrare in nuovi processi et constituti, sendo ella benigna et discreta come è. In generale s’è fatto per lui non inutilmente dal canto nostro quanto scrissi et il caso suo darà tempo di fare nuovi offitii, secondo il bisogno con //c.148v.// frutto anco maggiore fra qualche tempo che non così hora.
A Pirro Saracini ho già dato licenza secondo l’ordine di Vostra Eccellenza et a poco a poco anderemo nettando la casa d’huomini che non siano per il mio servitio, come la dice.
La ringratio di quanto haveva fatto a favor di Mario Orsino et procurarò di qua che non sia vana l’efficacia delle lettere di Vostra Eccellenza, alla quale con ogni affetto bacio la mano, et prego Nostro Signore Dio per la conservatione et prosperità sua.
Di Roma il dì 27 di maggio 1569.