Il cardinale Ferdinando a Giovanna d’Austria [1]
Roma, 6 aprile 1570
Med. 5085, [già num. 111], c. 217r.
Serenissima Signora mia osservandissima,
Malacarneami serve tuttavia con molta diligenza nell’offittio suo talché io non sol consentirei volentieri, ma mi farei sempre mezano di accasarlo, se dopo quello non volessi privarmene in buona parte, o pure lo giudicassi suo gran benefitio. Ma non sapendo quanto ciò compla per hora allo stato suo, al quale la servitù che fa meco mi sforza di riguardare, ho pensato che, non dispiacendo a Vostra Altezza una breve dilatione, si potria portare la resolutione di questo negotio qualche mese più innanzi et trattarne poi al mio ritorno, che non può essere hormai molto lontano, al quale ella potrà vedere ch’io non discordarò dalla volontà loro, et a quella di Vostra Altezza obedirò con quella pronteza che debbo in tutte le cose sue. Che è quanto m’occorre in risposta della sua, et con tutto l’animo mio le raccomando in gratia.
Di Roma li vi di aprile mdlxx.
Di Vostra Altezza affetionatissimo servitore Ferdinando cardinal de Medici.
a Mala carne nel testo.