Il cardinal Ferdinando al principe Francesco [1]
Roma, 22 maggio 1570
Med. 5085, [già num. 141], c. 285r.
L’ambasciatore di Francia, hoggi cardinale, da una gran salvaticheza mostrata seco dal cardinale di Ferrara in questa promotione, è stato posto in sospetto che egli col suo re non sia per far contra di lui pessimi offitii, i quali, desiderando che non penetrino al meno senza sua notitia all’orecchie di Sua Maestà, m’ha pregato ch’io supplichi Vostra Eccellenza a fare intercipere se alcuna lettera passi di Ferrara et anco di Farnese sopra il fatto suo, et per facilitare l’opera, m’ha dato la notitia inclusa del ricapito che sogliono havere le cose loro. Ben so io che molti respetti possono ritenerla da così fatto offitio. Tuttavia, facendomene egli grandissima instanza et pensando che si potria trovare forse anco intanto qualche mannellata, ho voluto scrivergliene et pregarla al darmene risposta in ogni evento offitiosa et amorevole in correspondenza del gran buono animo che mostra verso di noi. Al Mannello è venuto agl’orecchi che il papa l’ha per spia. Il che havendo a Sua Santità referito l’ambasciatore suddetto, ella gli ha affermato d’haverlo detto a uno et commessogli che lo trattenga di buona voglia fino al termine etc. Col qual fine a Vostra Eccellenza baso la mano.
Di Roma li 22 di maggio 1570.