Il cardinal Ferdinando al granduca Cosimo I [1]
Roma, 1 giugno 1570
Med. 5085, [già num. 145], cc. 293r-294r.
Monsignor de Foys m’ha ringratiato cortesissimamente per sue lettere di quel che m'era occorso di trattare per lui, né m'ha ricercato o mostra voler che si faccia nuovo offitio. Il cardinale d'Urbino resta sodisfatto della volontà di Vostra Altezza verso il Fortuna, suo secretario, et ce lo raccomanda di nuovo. Il Camaiano fu ben visto da Sua Santità et non travagliandolo (al parer mio) altro che un humore di essere rimasto in bianco et non punto meno l'havere chiarito quanto si stia debolmente attaccato, poi che una debole malignità bastò a procacciarli affronto, penso che si anderà consolando, massimamente se di costà si darà qualche segno d'amorevolezza verso la persona sua, il che replico parermi honesto et utile per diversi respetti.
Il cardinale Robougliet si mostra tutto nostro, et mio particolarmente, et con vive ragioni tutto alieno da Farnese, et Ferrara, et la lettera di Vostra Altezza mostratagli ultimamente ha potuto di buona maniera accrescere et confermare questa sua volontà. La ringratia senza fine della sua amorevolezza et, promettendogli quella secreteza che desidera, la prega a parteciparli se altro particolare le verrà alla giornata comunicato da medesimi o altri amici suoi. Non che egli s’aspetti altro che così fatti offitii da quella parte, ma per poter applicare remedii di mano in mano, secondo la qualità del male. È molto inclinato all'amicitia nostra et stimo che sia perciò bene il conservarlo con mostrargli ogni segno di corrispondenza, a che io non manco dal canto mio.
//c.293v.// Io non ho mai disegnato che il donare a questi nuovi promossi fussi altro che aiutare il bisogno in suggetti grati al papa et far quello che in certe occasioni et da certi par che si debba aspettare da principi pari a Vostra Altezza, per conciliare intanto gl’animi et cercare di spegnere una certa opinione che può alle occasioni portare danno et tuttavia va crescendo dove altri in qualche modo non gli s’opponga, perché quanto alla compra de voti, né v’ ho mai pensato (aborrendo questa pratica a par’ d’ogn’altro), né credo si possa fare con la mano sì leggieri. Tentai di far i donativi disegnati in tante argenterie, poi che fu parere di Pacecco et Montepulciano che al papa solo convenisse dare danari et che questa via rendesse l'atto più liberale et lontano da morsi de maligni. Ma havendo essi già recusato da altri, et il Montalto, a cui prima mandai, non accettato da me se non il segno della cortesia con molto ringratiamento et offerte, mi son resoluto non procedere più oltre con quell'altri che scrissi. Ma poi che ho scoperto dalla lettera di Vostra Altezza l'animo suo inclinato a sollevare in questa parte la necessità altrui, mi son resoluto di rivolgere a questo effetto quasi tutta la medesima somma. Però, havendo mandato a Monte li 500 scudi chiestimi, al cardinale Lomellino, la cui notabil povertà mi è nota et dalle parole sue, ho mandato 300 scudi d'oro per mano secreta, et al cardinale Simoncello, che non sta punto meglio, n'ho dati 500 simili, che siano per aiuto de bisogni in segno d'haver accettata //c.294r.// la volontà che ha mostrata all'occasioni et mostra tuttavia verso di noi, et a non tenersi posposto al cardinale di Monte, quando risappia quel che con lui ho fatto, come credo habbia da risapere, sendo la cosa necessariamente passata per più mani. Lo stare et il tornare mio ha da dipendere sempre dalla volontà et dal servitio di Vostra Altezza, al quale io et sono obligato, et mi son dedicato tutto. Però resterò sempre per quel tempo che bisogni tanto più volentieri, quanto più vedo non è inutile la presenza mia et i caldi sono tolerabili, sì ch'io speri d'havermici a conservare bene. Martedì fu fatta una congregatione di 27 cardinali la quale è andata segretissima per il silenzio imposto a tutti sotto pena di scomunica, né da Pacecco ho potuto havere se non che non s'è trattato cosa che risaputa da Vostra Altezza potesse se non soddisfarle. Il che ha fatto ch'io non ho cercato di poterle dire con la speditione di questo corriere il vero a punto et che lo cercarò solo con commodità, se ben da quel che se le faccia intendere dal papa potrà ella o intenderlo o conietturarlo in questo medesimo tempo. Che è per fine, col quale mi raccomando nella buona gratia sua con tutto l'animo.
Di Roma il primo di giugno mdlxx.