Il cardinal Ferdinando al principe Francesco [1]
Roma, 18 gennaio 1571
Med. 5085, [già num. 161], c. 322r-v.
Io hebbi il tempo (per gratia di Dio) così prospero al mio viaggio che in buona parte potette alleggerire l’incommodo che saria stato grandissimo delle strade. Però lunedì alli 15 felicemente ci conducemmo qua (con salute), né talmente stracchi che ci siano state molto gravi l’occupationi delle visite, nelle quali don Pietro si porta assai bene, tal che spero che questa venuta lo harà fatto cortigiano accorto, come franco corrieri.
Martedì fummo a piedi di Nostro Signore, il quale ci vedde con tanta dolceza che veramente mostrò essere in lui la medesima amorevoleza che vi s’è conosciuto sempre verso di me et di tutte Vostre Altezze, della cui salute volse particolare conto, lodando sempre Dio che così prospera gliene concedesse. Né per quella mattina passarono altri ragionamenti che generali et di complimento, nel quale don Pietro fece assai gratiosamente le parti sue.
Sta Sua Beatitudine con tanta buona cera che basta a promettercela per molti anni et il cardinale Alessandrino è ridotto in così buono stato ch’io l’ho visto con molto piacere, poiché et la indispositione passata non li porta più accidenti contrarii alla sanità, et Sua Beatitudine gli si mostra così amorevole che, quando meglio habbia ripreso le forze, può tener per fermo di dover havere autorità simile agl’altri nipoti de pontefici passati, la quale mostra anco di volersi acquistare et esercitare arditamente conforme a ricordi di Vostra Altezza, che dice molto bene restarli nella memoria; a che io lo terrò animato continuamente riscontrando da più bande che egli, reietto ogn’altro pensiero, habbia fatto resolutione di fermarsi nell’amicitia nostra. Che è quanto ho //c.322v.// da dire a Vostra Altezza con questa prima occasione di Farfanicchio ch’io rimando con lettere del Camaiano, che delle cose pubbliche scrive quanto occorre. Et, supplicandola a basare la mano in mio nome et dare nuova di me alla Serenissima Signora Principessa et tenermi in gratia di se stessa, fo fine con pregarle continua prosperità.
Di Roma li xviii di gennaro mdlxxi.