Il cardinal Ferdinando al principe Francesco [1]
Roma, 9 febbraio 1571
Med. 5085, [già num. 166], c. 338r.
Ben dice veramente Vostra Altezza de costumi di questa corte quel che conosce et prova ogn’hora chi la conversa, poi che nessuna via ci si ha più sicura di quella che apre con la lettera sua, per la quale ho io sempre talmente studiato di camminare che non m’occorre dolermi d’esserne traviato et vedrò che il medesimo sia per l’avvenire nel trattare tanto col maestro di camera, come con li altri.
Pacecco è molto discreto et io lo conosco ogni dì più amorevole delle cose nostre. Però (come harei fatto anco per me stesso) restringerò anco tanto più seco i miei consigli, poiché vedo da Vostra Altezza haversi di lui la medesima opinione. Ho sentito piacere che ella approvasse la mia resolutione intorno al protonotario Medici et non occorre dire altro, se non che procurarò l’effetto all’occasione, la quale io intendo essere molto vicina, aggravandosi ogni dì più l’arcivescovo. Sono stato fuore due giorni a recreatione, ne quali non è occorsa cosa qua che habbia patito dell’assenza mia et io n’ho presoa molto ristoro. Ho in casa il fornello proprio desiderato da Vostra Altezza né me lo lassarò uscir di mano, se ben sono in differenza col maestro che vorria donarlo a Madama di Parma, ma (fatto ch’io n’habbia una prova) lo inviarò a cotesta volta con sicura occasione. Che è per fine, col qual in sua buona gratia mi raccomando con tutto l’animo.
Di Roma li viiii di febraro mdlxxi.
a Et io ho n’ho preso nel testo.