Il cardinal Ferdinando a Bartolomeo Concini [1]
Roma, 23 marzo 1571
Med. 5085, [già num. 182], c. 370r-v.
Magnifico mio amatissimo,
al signor Brivio harei fatto ogni sorte di accoglienza se, come mandò il piego vostro, fussi così allhora o poi lassatosi vedere o dato nuova di sé. Farò opera che egli habbia a sodisfarsi d’havere trovato in me quella amorevolezza verso di lui, che mostrate dover essere grata al signor principe.
La lettera, che andava nel detto piego per Nostro Signore, la detti io stesso quando fui a trattar quel che s’era passato con Santa Croce, né m’occorse mostrare o no alcuna notitia del contenuto. Con Amulio procederò come dite et harò molto piacere che riesca veramente amorevole. Fu vera la morte di monsignor Ciantone et possono per ciò loro Altezze condolersene con Granvela. Intanto ho complito io per me et per loro. Ho dispiacere del male della signora, ma lo alleggerisce la nuova che tengo del camino suo alla salute.
Per li servitii di loro Altezze non recusarò mai alcuna fatica, dovendolo a me stesso et alla singolare amorevolezza loro verso di me. Però comandino pure sempre che occorre.
Vi ringratio del consiglio et offerta data al balì de Medici nel negotio suo //c.370v.// et ve lo raccomando di nuovo efficacissimamente, facendovi certo che gl’effetti non potreste per una volta collocare in altri con maggior mio grado.
Venne il corriere di Spagna. Nostro Signore m’ha confermato la gratia della vacante et con il corriere ordinario n’ho mandato il breve, se ben intendo che per resignatione si trovarà provista a qualche parte. Hebbi il summario di messer Lelio et al Signor Principe rispondo. A Alessandrino si dette il suo piego et a Nostro Signore feci sapere la resolutione di Sua Altezza intorno al vescovado di Cortona et haria pur voluto che gli si fusse proposto qualche homo da bene. Ma io gli dissi che non si presentavano in questa occasione a Sua Altezza homini di quella sorte che la vorrebbe proponerli. Né di messer Augusto volsi parlare o farò pratica alcuna, per li medesimi respetti. Ben ringratio voi dello avvertimento et prego Nostro Signore Dio che vi guardi.
Di Roma li 23 di marzo 1571.
[Post scritto] Raffaello Fortunati mio creato farà chiedere gratia d’un resto di certa sua condennatione. Harò caro lo raccomandiate in mio nome a Sua Altezza, pregandola a essergliene cortese in gratia mia. Il cardinale de Grassi questaa ha dato segno di miglioramento, ma non mi leva però il timore d’haverlo a perdere presto.
Vostro servitore cardinale de Medici.
a Manca termine che potrebbe essere “mattina” o “sera”.