Il cardinal Ferdinando al principe Francesco [1]
Roma, 1 giugno 1571
Med. 5085, [già num. 214-5], c. 447r; cc. 448r-449r.
Non portando la carta ultima di Vostra Altezza cosa che richieda risposta, sarà questa mia breve lettera solo per dirlene la ricevuta et visitarla con darle nuova di mia salute et della continua volontà ch’io tengo di servirle, la quale che fusse stata aggradita da lei nella espeditione de gl’homini inviateli m’è stato di molto contento et sempre che si porgerà cosa degna di lei n’harò l’occhio per farlane partecipe, come richiede il debito mio di procurar ogni sua sodisfattione et servitio.
Al gran duca nostro padre, con occasione di rispondere alle sue, scrivo de negoti publici quel che Vostra Altezza vedrà dalla mia lettera, alla quale mi rimetto, raccomandandomi fra tanto con ogni affetto nella sua buona gratia.
Di Roma il primo di giugno 1571.
//c.448r.// [Post-scripta] Questa elettione d’Alessandrino per Spagna ha sollevato l’animo de franzesi sì che, non si contentando di un cardinale ordinario per legato, hanno mostrato al papa che loro Maestà Cristianissime restaranno mal sodisfatte se con esse ancora non si complirà col medesimo mezo, non v’essendo altri nipoti. Il che, presentito da spagnoli, pongono essi in consideratione non convenir che egli vada in Francia perché, sendo il re loro principale nella causa publica, non si debba trattar seco per un legato che prima tocchi in Francia, et (dovendo poi andar in Portogallo) tratti con sua Maestà catolica quasi solamente di passaggio per sua poca dignità. Li franzesi hanno il motivo loro favorito da Alessandrino medesimo et da suoi, che per suo honore lo desiderano legato ad omnes principes, né sono sin qui ributtati dal papa, il quale non trova chi li soddisfaccia et volentieri faria per un solo tutte queste speditioni. Ma dice che saria una legatione di tre anni et con questo se ne sta perplesso, sebene in modo che non saria gran fatto che consolasse i franzesi. Con Alessandrino manda il vescovo di Sarno, con resolutione di farlo cardinale, et l’auditore della Camera, di cui s’ha da credere senza fallo il medesimo, ond’io sì per ciò, sì perché si mostra affettionato quanto io non potrei mai dire a Vostre Altezze, l’ho carezzato da un pezo in qua et è tutto mio. //c.449v.// Vorriano anco gl’amici di Odescalco che egli andasse et aiutano la pratica per ogni via, ma Alessandrino non può comportarlo et spero se ne liberarà, che sarà buona cosa. Faccio opera io che vada il vescovo di Pavia con disegno che Alessandrino (il quale rimenerà in qua il nuntio moderno di Spagna per il cappello) o lo lassi a quella corte in suo luogo, o lo riconduca con tanto acquisto di gratia che faciliti a noi la via di tirarlo innanzi, che nell’un modo et nell’altro, per mio parere, vi saria il servitio nostro, ma per honesti respetti bisogna andare destramente per non scoprire al papa che ciò si ambisca, perché, havendo fin qui dato orecchi alla proposta, lo escluderia al sicuro se vi conoscesse fine amibitioso.
L’ambasciatore cattolico questi dì passati fece grand’instanza a Nostro Signore che con occasione di promotione facesse cardinale il vescovo di Liege in gratia del suo re. Sua Santità rispose non havere pensiero di promotione per hora et, replicando egli con maggior efficacia supplicandola a farlo solo se non voleva far altri, ella rispose che il re poteva levarne l’animo poiché era resoluta di non far più promotioni in vita sua. Questa notitia, datami di buon luogo, s’havea da Rusticuccio solamente il quale, in ragionamenti havuti domesticamente questi due dì che è stato qui et alla mia //c.449r.// vigna, non me l’ha negata. Conclude bene che il papaa rispondesse così più per levarsi dinanzi l’ambasciatore, che perché così sia resoluto, sendo chiaro nel resto che Sua Santità sia sìb poco sodisfatta delle sue creature et habbia nel resto tanta contentatura, che al più lungo nel ritorno di Alessandrino sia per far cardinali li suddetti et altri. Queste cose, soccorsemi dopo havere ferma la lettera, ho voluto dir a Vostra Altezza sì per allungar la brevità d’essa, sì perché forse non potrà haverle d’altronde.
a Segue lo barrato.
b Sì interl. sup.