Il cardinal Ferdinando a Bartolomeo Concini [1]
Roma, 16 giugno 1571
Med. 5085, [già num. 229], c. 478r-v.
Magnifico Messer Bartolomeo,
la Santità di Nostro Signore si è resoluta di concedermi in governo Castel della Pieve, havendole io fatto sapere di desiderare un luogo di qualche piacere, come è quello per la vicinanza di loro Altezze et per l'altre qualità del paese, più che non è Bevagna. Et haveva commesso l'espeditione, la quale faccio soprasedere, perché Rusticuccio, nel darmi questa nuova, m’ha anco detto che Sua Santità haria caro che io, pigliando questo, lassasse Bevagna. Il che non volendo io fare senza buona gratia del granduca a instanza di cui lo tengo, desidero che li conferiate in mio nome la cosa et lo preghiate a dirmi liberamente se, non potendo io senza dare gran molestia a Sua Santità tenere l'un et l'altro, si contenta ch'io pigli questo, dal quale sperarei più commodo et diporto (sendo quel luogo che sapete) che non da quello di cui non ho havuto, né penso d'havere se non fastidii per il sito et per il sospetto di quelli homini. Il respetto de Baglioni non credo che debba muoverlo più che tanto //c.478v.// perché non hanno a sperare d'haverne il dominio per tempo alcuno et quanto al commodo che ne traggono, potriasi provederneli altrimenti. Io farò opera modestamente dell'un et dell'altro. Ma desiderando la resolutione di Sua Altezza per sapermi risolvere in evento che Sua Santità se ne gravasse et non mostrar di essermi mosso leggiermente o recusar la gratiaa, la pregarete in mio nome a dirmela chiaramente et quanto prima. Che è quel che m’occorre per questa, soggiungendo che mi scriviate anco del parere et volontà del Signor Principe quel che li piacerà rispondervi et Nostro Signore Dio vi conservi.
Di Roma li xvi di giugno 1571.
Vostro Ferdinando cardinal de Medici.
a Et non mostrar di essermi mosso leggiermente a recusar la gratia marg. sinistro.