Il cardinal Ferdinando a Bartolomeo Concini [1]
Roma, 10 agosto 1571
Med. 5085, [già num. 267], cc. 567r-568r.
Magnifico messer Bartolomeo amatissimo,
io mi resto in molto obligo del gran piacere che m’hanno dato le lettere di Genova intorno alle accoglienze fatte al Signor Principe, non havendone sentito già un pezo altrettanto d’altra cosa. Sia di tutto lodato Dio et della prosperità di salute parimentea, alla quale mi scrivete essere restituito il Gran Duca mio Signore.
La pratica de sali è in maggior garbuglio che mai, havendo contraria parte dib quelli che ne sono stati fautori et, se ben i ferraresi si aiutano con ogni arte, credo non di meno dover prevaler alfine al conspetto di Nostro Signore l’honore suo et il servitio di questa Santa sede. Io non lassai mai di fare et hora mi scaldarò tanto più, venendomi accennato di costà. Circa l’inserto di Spagna mi governarò come dite et con quelli amici parimenti che scrivete essersi pure scoperti quali non dovevano con noi. Ho piacere //c.567v.// che il male della principessina si fusse volto al vaiolo, poi che con leggier cura se ne debba sperare presta salute. Così piaccia a Dio donarci un putto maschio col parto della Serenissima Principessa, che questo ben saria uno dei maggiori contenti che potesse havere la casa nostra. Basategli le mani in mio nome, et ditegli ch’io sto pregando per questa gratia. Et per fine mi offero a piaceri vostri.
Di Roma li x di agosto 1571.
[Post scritto] L’anno passato il signor Marcantonio Colonna a instanza mia condusse con sé sopra le galere Pirro Passerino, figliolo del capitano Hieronimo, et nel ritorno mi mostrò restare molto sodisfatto del servitio suo. Intendo che egli vien molestato per haver servito in quel tempo a venetiani, ond’io, per la certeza che ho di questo fatto, voglio che di ciò facciate fede per me al Signor Principe, acciò sappia il vero et con questa giustificatione pigli nella causa sua quella deliberatione che li parrà convenire //c.568r.// Io scrivo di mio pugno al Signor Principe, pregandolo a lassarmi la provisione estraordinaria questi due mesi o poco più ch’io dovrò stare assente da Roma acciò con essa possa reggere alle spese mie ordinarie della famiglia, che escedono di gran lunga i mille scudi miei ordinarii, et risponderne ai miei creditori. Ho i debiti ancor del primo anno ch’io fui qua non mai pagati et la casa nuova m’ha forzato a molte spese, né assegnamenti ho da vivere, non che da pagar senza questo o altro estraordinario aiuto, perché il frutto delli offitii è tale che due annate vanno a complire quel che manca a 70.000 scudi da spendersi come potete ricordarvi. Et di Spagna non ho ancora un soldo et pochi vedo doverne aspettare. Pigliate di gratia occasione di pregar Sua Altezza a compiacermi a questo modo che a me par con sua minor noia et allo stato mioc darà qualche sollevamento, ch'io ve ne harò obbligo.
Vostro Ferdinando Cardinal de Medici.
a Segue che barrato.
b Parte di interl sup. con segno di richiamo.
c Mia nel testo.