Il cardinal Ferdinando a Bartolomeo Concini [1]
Roma, 13 agosto 1571
Med. 5085, [già num. 269], c. 573r-v.
Magnifico mio amatissimo,
il piego per Pacecco si diede subito in sua mano et dell’altro per il signor Marcantonio Colonna fu seguito diligentemente l’ordine vostro. Per l’aere di Roma non può andare migliore stagione di quella che è corsa quest’anno, sì che di me state con l’animo quieto di questi pochi giorni, che possono avanzare fin a maggior rinfrescamento, il quale desidero io grandemente per venire a godere la presentia di loro Altezze, della quale credamisi pure che io manchi con molto martello. Messer Giovanni Tolosani si duole a torto perché dal Camaiano et dal Pappone li furono date di qua in voce et in scritto quelle instruttioni che si potevano. Voleva egli ben alcune cose, per le quali (sendo costà) non poteva se non rimettersi a voi, come fu fatto. Operate che Sua Altezza mi risponda quanto prima nel negotio dello affitto, per che questi interessati stimolano, sendo per loro molto utile et forse essi medesimi li procuratori a concludere. Io sostengo fin che ella mi dica se le piace che si tiri innanzi, se vuole entrarvi lei, o mettervi alcuno di costà, o se pur si contenta che vi si ponga a parte altri di qua, come scrissi, et in qual modo. Che è per fine. Et Dio Nostro Signore vi guardi.
Di Roma li xiii di agosto mdlxxi.
[Post scritto] Ho sentito con molto piacere quel che mi scrivete poi con la vostra de xiii et di quelli mandati in Germania si seguirà il consiglio vostro, se ben non deve mancare chi scrive di costà a Roma certe espeditioni. Ho scritto in congratulatione delle //c.573v.// noze et inviarò le lettere per la via propostami da voi. Aiutate di gratia il negotio mio et per le ragioni che io vi dissi et con far capace Sua Altezza che, mentre io sto costà spendo più di quel che portano tutti li assegnamenti miei in cose, come può vedere, che qua mi sono necessarie tutte, et io non vorrei caricarmi di maggior debito, se fusse possibile. Loro Altezze dovranno esser poi tornate et haver risposto alle lettere mie.
Vostro Ferdinando cardinal de Medici.