Il cardinal Ferdinando al granduca Cosimo I [1]
Roma, 25 febbraio 1572
Med. 5087, n. 22 (c. 63r-v).
Nostro Signore hoggi m’ha fatto dir che desidera che li capitani delle galere di Sua Altezza, se in Civitavecchia saranno richiesti d’imbarcare et condurre con loro continuamente qualche prete reformato o frate cappuccinoa, non li recusino, ma ne accettino uno al meno per ciascuna galera, et non li sian scortesi d’honesti commodi, poi che non staranno quivi se non per bene. Et questo ordine vorria che havessino da Vostra Altezza acciò sapessino che offendano leib, mancando di ciò. In oltre vorria che non vi si admettessero in alcun modo giovani sbandati né altri ragazic et a chi è a capo fusse ordinato che facesse vivere la gente christianamente et con qualche timor di Dio. Ho fatto rispondere che gliene scriverei et che so che ella compiacerà et obedirà Sua Beatitudine molto volentieri, riguardando ciò a quella osservanza di vivere che è conforme al suo gusto. Sarà servita Vostra Altezza consolar Sua Santità di questi ordini, non desiderando ella altro se non che queste galere che navigano sotto nome suo siano esempio all’altre di modestia et di governo christiano; che è quel che debbe piacere a ognuno, et a Sua Santità sarà d’infinito contento, stimando ella che ogni buon successo debba sperarsi quando si vada con quest’armi del timor di Dio. In risposta un capitolo mostrabile saria a proposito.
Il cardinale Chiesa era per ragionar questa mattina sopra il negotio nostro a Sua Beatitudine ma sopragiuntod //c.63v// d’un poco di male non potette andare. Il Camaiano, dovendo per altro negotiare con lei, le disse esser venuto anco per quello, ma che la malatia di Chiesa impediva, et Sua Santità li commesse che intendesse che male era, et li mostrò moltae volontà di pigliarci presto qualche buon sesto, dicendo non esser da fare come l’anno passato, cioè lassar scorrere ogni termine. Camaiano le disse essersi pensati molti modi tutti reali et facili, i quali ella intenderebbe dal Chiesa, et da lui, poiché con essi giustamente haveva resoluto di volere ragionare et deliberare. Il detto cardinale non fu visitabile, onde non si potette ritrarre il vero dell’esser suo, ma io sarò domane con Sua Santità per l’altre cose et se da quel che n’harò inteso allhora giudicarò che questo accidente potesse portare lungheza al negotio supplicarò Sua Santità a ponerlo subito in altra mano o sentire in scritto il parer di Chiesa, poiché non può in voce. Che è quanto m’occorre et in buona gratia di Vostra Altezza con tutto l’animo mi raccomando.
Di Roma li 25 di febraro 1572.
a O frate cappuccino aggiunto in interlinea superiore.
b Lei aggiunto in interlinea superiore.
c Né altri ragazi aggiunto in interlinea superiore.
d -giunto è scritto nell’ angolo inferiore destro.
e Molta aggiunto in interlinea superiore.