Piero Usimbardi a Bartolomeo Concini [1]
Roma, 18 aprile 1572
Med. 5087, n. 53 (c. 136r-v).
Lettera integralmente autografa.
Molto magnifico Signor mio osservandissimo,
con le lettere inviate hiersera per corriere espresso fu scritto largamente quanto occorreva. Le cose di poi vanno al medesimo modo, né se ne può dir altro.
Il cardinale, sentendoa crescer il romore per la corte che il collegio fusse per muoversi a domandar a Nostro Signore qualche forma di governo acciò non patissino li negotii, come facevano in questa sua indispositione, andò pensando che fusse ben fatto il proporre a Alessandrino che in qualche modo, provedendo per se stesso, prevenisse ogn’altro motivo et resolutione. Così, consultato con Cesi questo suo concetto, tutte due con Alessandrino insieme risolverono che si procurasse che Morone, come vecchio et confidente et adoprato da Sua Santità più d’ogni altro, le scrivesse una poliza, persuadendola con l’esempio di Clemente VII, di Paolo III et l’altro IV, a dar ampla autorità a chi più le piacesse di attendere et espedire quel che occorreva, proponendo che la persona di Alessandrino, con qualche aggiunto, per molti respetti parea che dovesse stimarsi la miglior elettione et di più sodisfattione di Sua Santità. Il cardinale prese assunto di trattar con Morone, il quale stette un poco su la //c.136v// dura, ma finalmente si lassò persuadere a scrivere et hoggi ha mandato la poliza, la quale s’è contentato Alessandrino che per mano di Rusticuccio sia data a Sua Santità nella prima buona occasione d’intervallo quieto. Quel che la partorirà potrà forse scriversi con le prime. In tanto ha voluto il cardinale che io dia conto di ciò a Vostra Signoria per notitia di loro Altezze et le dica in oltre haver ritratto dal Guasco cheb Alessandrino gl’haveva detto molto affermativamente che nel conclave gl’amici et nimici nostri, dovevano senza alcuna accettione essere parimente amici et nimici a lui, sendo egli resolutissimo d’esser con noi a ogni resolutione, che è piaciuto al cardinale, non havendo voluto venir seco ad alcun particolar fin qui, ma solo mostrarli in effetti d’haverlo per suo, et tener a cuore l’honor et il commodo suo et de suoi. Che è quanto m’occorre per questa et a Vostra Signoria bacio la mano.
Di Roma li xviii di aprile 1572.
Di Vostra Signoria molto Magnifica, affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.
a Sentendo in un primo tempo seguito da che, poi cassato.
b Che in un primo tempo seguito da eg-, poi cassato.