Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze [1]
Roma, 5 settembre 1586
Med. 5092, n° 147 (c. 393r), firma autografa
//c. 393r//
Hoggi è venuto il cardinale Azolino [1] a trattare d’ordine di Nostro Signore con me sopra queste cose della signora Hippolita Rossa [2], et domandandomi pur il parere mio, ho detto, che staria bene ordinar al legato [3], che le desse speditamente la dote sua, con quel che le convenga, o vero il frutto, come ella più volesse. Che il maneggio delle facultà, et dello Stato si desse a un cardinale non ministro, né interessato nel servitio di Sua Santità. Et poiché confessavano non convenire di levare il figliolo minore alla madre per darlo alla zia et che l’altro, et tutti due andariano per la mala via lassandosi in loro libertà proponevo, che tutti due si mettessero qui nel collegio, a institutione buona, et a particolare mortificatione di Ridolfo [4], che n’ha gran bisogno. Mostrò d’approvare, et sperare ch’il papa faria il medesimo et staremo a vedere. Quel ch’ io dissi già della legatione di Bologna fu disegnato, et come quasi stabilito, così tenuto. Mutossi di poi il papa quando Salviati [5] non accettò la Romagna, per non parere d’havere levata Bologna a lui per darla al nipote, et fu con molto dispiacere loro.
A Lancilotto [6], che va a quelle differenze dell’acque fra Bolognaa, et Ferrara ho raccomandato gl’interessi di don Alfonso [7], et crederò che gli sia per giovare. Va per Loreto, et al ritorno farà cotesta via, ch’è quanto m’occorre per stasera. Et a Vostra Altezza bacio la mano.
Di Roma li v di settembre M.D.LXXXVJ.