Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze [1]
Roma, 2 dicembre 1586
Med. 5092, n° 168 (c. 437r), firma autografa
//c. 437r//
Fin a hora Nostro Signore ha dato molte buone parole al Duca di Mantova [1], et suoi ministri circa la promotione del patriarca Gonzaga [2], et pareva che si impuntasse nella sua povertà per dubio che non volessero a Sua Santità addossare la cura di provederlo. A questo havevano provisto il remedio di certo assegnamento de fratelli et del Duca con obligo di cassarlo secondo che venisse provisto d’entrate ecclesiastiche alla giornata, et pareva che Sua Santità lo sentisse bene, di che havendo ultimamente dato segno al Capilupo [3], et a Gonzaga [4], parse loro che io hoggi vedessi di toccarne meglio il fondo. L’ho fatto stringendo Sua Santità quanto mi pareva che convenisse, et perché ella mi replicò non dispiacerli questo modo, ma non vederne se non parole in tanto tempo che se ne parla, è parso (qualunche speranza si sia tratta da questo ragionamento, la quale io stimo dubia, se bene non desperata con le diligenze che si possono fare) che se ne dia ragguaglio al Duca, et si ricerchi di scrivere qua, et sopratutto mandare l’assegnamento spedito in buona forma da mostrarsi a Sua Beatitudine, et attesa la stretteza del tempo espedir corriere espresso. Così andando Simone [5], ho voluto che Vostra Altezza sappia la cagione, aggiungendo, che se Virginio [6] scriverà, et verrà favorito da lei per Valerio Orsino, non harò per gran fatto, che Sua Santità volendo fare Ascanio [7], faccia lui ancora, poiché di Fabio [8], et delli altri pare che si possa et debba credere quanto dissi. Et con questo le bacio la mano.
Di Roma li ij di dicembre M.D.LXXXVJ.